Sterilizzazione rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo

Imeco nell'ottica di ampliamento dei propri servizi ambientali ha trasformato negli anni la struttura di “stoccaggio dei rifiuti sanitari” in struttura “di trattamento e sterilizzazione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”, ai fini della valorizzazione energetica degli stessi.

Imeco nell’ottica di ampliamento dei propri servizi ambientali ha trasformato durante la pandemia la struttura di “stoccaggio dei rifiuti sanitari” in struttura “di trattamento e sterilizzazione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”, ai fini della valorizzazione energetica degli stessi, e diminuire l’emissione di CO2 notevolmente azzerando quasi l’impatto ambientale con la riduzione volumetrica dei rifiuti diminuendo i trasporti degli stessi del 80%.

L’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha comportato, nel settore dei rifiuti, numerose criticità legate soprattutto alle difficoltà di smaltimento dei rifiuti sanitari, dovute all’aumento considerevole della produzione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo; ciò ha spinto la l’Azienda all’eco-scelta di installare un impianto che consente la sterilizzazione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, secondo le norme UNI 10384/94, con l’abbattimento della carica microbica in modo da garantire un S.A.L. (Sterility Assurance Level) non inferiore a 10-6, come previsto dell’art. 2, comma 1, lett. m, del D.P.R. 15 luglio 2003, n. 254.

L’impianto installato e messo in esercizio, previa autorizzazione della Regione Campania n. 3 del 04.01.2022, è stato progettato e realizzato nel rispetto della normativa ambientale e di sicurezza vigente, sia a livello nazionale che comunitario. Il processo di sterilizzazione applicato utilizza il metodo di sterilizzazione al “calore umido” in forma di vapore, con una temperatura minima all’interno del “turbo sterilizzatore” di 150°C (fino a 180°C). La temperatura minima di 151°C, un tempo di attraversamento di circa 15 minuti e l’azione del vapore, sono condizioni fisiche caratterizzanti del processo di sterilizzazione.

Dal processo di sterilizzazione viene generato un combustibile non fossile, identificato dalla norma come combustibile da rifiuti con codice E.E.R. 19.12.10, che può essere conferito in impianti di produzione di combustibile derivato da rifiuti o avviato in impianti che utilizzano il rifiuto sanitario sterilizzato come mezzo per produrre energia, con un enorme vantaggio per l’ambiente, in quanto utilizzato in alternativa ai classici combustibili fossili.

Risultato del trattamento da rifiuto sanitario potenzialmente infettivo a rifiuto assimilabile all’urbano con destinazione produzione energia (CSS- combustibile solido secondario).

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